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Un strano sogno, il mio.
Rico-primi/di
L'altare dei ricordi
"È il mio percorso di consapevolezza verso il 12 luglio di quest'anno, iniziato verso maggio.
La gabbia è l'elemento ricorrente di ogni anno, il mio spazio di riflessione e di ri-connessione che quest'anno ha cambiato forma diventando più imponente ma aprendosi agli altri, dando l'opportunità a chi volesse di poterci entrare per viverla.
La tematica "i moti dell'ombra" è presente negli intrecci: ognuno di essi racchiude un ricordo che ho con Francesco.
Questo è nato grazie a Giuliano Maroccini che un giorno mi chiese di parlargli di mio fratello attraverso i ricordi dei momenti vissuti con lui. Nei tre giorni successivi mi resi conto che avevo pochi ricordi e quelli che mi tornavano alla mente erano sempre i soliti. Dovevo sforzarmi, i tanti e bei ricordi erano in ombra, probabilmente per soffrire meno.
Così, da maggio, mentre ricordavo intrecciavo, per racchiuderli e non lasciarli più andare. Li ho portati con me in residenza Komorebi ed è venuto fuori un "altare dei ricordi" (definizione data da mio fratello Natale) una tela che va dal basso, dalla terra, anzi da sotto terra, fino ad abbracciare la gabbia e dirigersi verso l'alto. Nel suo percorso trova sassi, i macigni e ricordi pesanti, intrecci fatti di erba, ricordi delicati che vanno trattati con cura perché potrebbero svanire nel tempo, e intrecci creati con la lana, i ricordi che hanno più consistenza e nella mia mente sono più vividi.
Il tutto è strutturato da un filo rosso simbolo della nostra coperta, da qui il doppio significato -ricoprimi di ricordi-"
"Se solo sogno sono erosione ed eterna rigenerazione." Nell'onirico si rifugia trovandovi un posto curioso, un non luogo in cui riconoscersi in una spasmodica ricerca. Il caso e il caos le sono d'ispirazione; la complessità della natura l'affascina; sfrutta le diverse percezioni, frutto di forti emozioni, come chiave di lettura di sé, del rapporto con l'altro, con la vita e quello con la morte. Negli anni instaura un rapporto spirituale con la natura, una culla, che richiama in molte delle sue opere. Si diploma in grafica d'arte all'accademia di belle Arti di Bari e dopo gli studi continua le sue sperimentazioni grafiche, di riproduzione e monotipo, ma le piace esprimersi in maniera libera permeando la sua ricerca da stimoli attinti da più discipline, dando vita così a progetti di ampio respiro.