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"Uno strano sogno, il mio."
IL Dono, 2021
Quest'opera ciclica del Komorebi ha in sè due elementi ricorrenti, "chiave": la gabbia e le carte da gioco. A questi, ogni anno, si aggiunge l'interpretazione artistica di quella che è la tematica.
Un sogno in cui la protagonista è vestita in modo particolare: scarpe blu, pantaloni arancioni e maglia rossa. Lei è chiusa in una gabbia e nonostante gli innumerevoli sfonzi non riesce ad uscirne fino a quando non viene salvata dal suo "eroe" che vola via in un fascio di luce. Il sogno è tratto da un libro illustrato da Francesco durante la sua infanzia, conclude con la frase: "sono io l'eroe del tuo sogno".
Le carte da gioco francesi, raccontano dell'ultima notte passata da Tiziana con suo fratello, che appena tornato dal Giappone era euforico nel mostrarle i giochi di prestigio imparati durante l'anno.
Ed ecco che qui la gabbia cambia significato: da luogo da cui si vuol scappare a spazio in cui ci si sente al sicuro.
All'interno dell'installazione, quest'anno l'artista sviluppa la tematica 2021 attraverso il DONO.
Talvolta si ritiene superfluo ringraziare chi ci è accanto, lo si fa con qualche timido gesto, con un grazie strozzato o non lo si fa affatto. Così dedica a due persone, a lei molto care, due dettagli all'interno della gabbia: una cascina umile, fatta di pietre e terra, simbolo di equilibrio e stabilità; una scarpa fatta a mano e dei passi blu, incarnazione di un cammino percorso e da percorrere insieme.
Emblema del dono sono anche le carte, tre pescate dal mazzo casualmente durante i tre giorni di residenza, sembravano quasi voler suggerire qualcosa e di conseguenza, anch'esse donate.
"Se solo sogno sono erosione ed eterna rigenerazione." Nell'onirico si rifugia trovandovi un posto curioso, un non luogo in cui riconoscersi in una spasmodica ricerca. Il caso e il caos le sono d'ispirazione; la complessità della natura l'affascina; sfrutta le diverse percezioni, frutto di forti emozioni, come chiave di lettura di sé, del rapporto con l'altro, con la vita e quello con la morte. Negli anni instaura un rapporto spirituale con la natura, una culla, che richiama in molte delle sue opere. Si diploma in grafica d'arte all'accademia di belle Arti di Bari e dopo gli studi continua le sue sperimentazioni grafiche, di riproduzione e monotipo, ma le piace esprimersi in maniera libera permeando la sua ricerca da stimoli attinti da più discipline, dando vita così a progetti di ampio respiro.