“IL FUOCO DI OSSA”
L’opera è un percorso iniziato nel Komorebi del 2019, quando l’installazione “parafulmine” ha preso vita con accensione del falò al suo interno.
Da quel momento l’artista utilizza il fuoco come elemento cardine di tutte le opere realizzate all’interno del Komorebi, come simbolo di forza e calore, in sé l’opera vuole donare uno spazio
accogliente in cui lo spettatore possa sentirsi a casa.
Il fuoco qui è anche simbolo di riflessione, il sedersi attorno ad esso e riconoscersi in chi vi è accanto in quel momento.
La scelta formale trae ispirazione dalle figure arcaiche della conoscenza: quadrato, triangolo e cerchio, simboli degli elementi della natura.
Quest’anno ha riprodotto sul terreno il Triangolo di Kanizsa, figura impossibile, dalle dimensioni di 6 metri.
L'installazione si è conclusa, a distanza di due settimane dall’evento, con un rituale.
Nata a Triggiano,si diploma in scultura all’accademia di belle arti di Bari con tesi in art in nature. Amante dell'anatomia, approfondisce lo studio delle forme lavorando argilla, lattice, gesso, resine, marmo e pietra. Nel tempo la sua ricerca artistica muta forme e materiali, avvicinandosi alla natura e alla simbologia in essa racchiusa crea opere effimere in estrema simbiosi con essa. Durante il percorso accademico prende parte a numerosi simposi tra cui Matera e Bitonto. Negli stessi anni partecipa al workshop del famoso scultore non vedente Felice Tagliaferri, in cui prova a manipolare la materia con il solo uso del tatto. Nel 2016 partecipa alla mostra "castello, interno esterno" a Mola di Bari con l'opera intitolata "Armor". Nel Giugno 2018 partecipa al progetto accademico di land art “Humus,scolpire con gli umori della terra” con l'opera effimera "il rituale del fuoco". Dal 2017 partecipa come artista a tutte le edizioni del Komorebi, entrando poi nel 2018 come membro dello staff organizzativo.
